01 ottobre 2012

Don't chain my heart - Toto

Ci sono alcune canzoni che fingono di parlare di amore e invece parlano della droga. Se non lo sapevate, (sapevatelo!) scommetto che ora comincerete a pensare ai testi dei vostri brani preferiti a cercare qualche indizio che vi assicuri che non è come dico io. Mi dispiace, ragazzi: è esattamente come dico io.
Non so esattamente quale sia la percentuale e probabilmente molte canzoni parlano veramente di un amore che ti tiene imprigionato e a cui tu non sai rinunciare anche se ti fa del male, ma tante volte quei tipi di testi si riferiscono più a sostanze stupefacenti che a vere donne crudeli e spietate. (Potrebbero anche essere donne stupefacenti, ora che ci penso.)
Comunque quando mio padre mi fece riflettere su questo punto, la prima canzone a cui pensai fu proprio Don't chain my heart dei Toto. Per tutti coloro che non hanno idea di chi siano: se siete maschi e giocate a GTA conoscete senza dubbio la canzone Hold the line che è presente nel gioco; se siete ragazze conoscerete Africa (spero, spero la conosciate!) che è famosissima. E se siete ragazze a cui piace la musica moderna che io tanto attentamente denigro, forse conoscete Fight for you di Jason DeRulo, una cover di Africa dei Toto che fa veramente schifo rispetto all'originale. Non voglio insultare i gusti altrui, è solo un dato di fatto: nella cover di DeRulo (a proposito, si scrive così? Non voglio prendermi la briga di andare a controllare, quindi se qualcuno lo sa me lo faccia sapere con un commentino qui sotto, che in caso - se mai mi vien la voglia - correggo) si perde tutta la percussione che creava l'atmosfera etnica e intrigante dell'originale. Sono cose come queste che mi fanno venire voglia di suicidarmi o buttarmi sotto un treno (l'effetto sarebbe uguale, avete ragione).
Comunque, pensando a Don't chain my heart non avevo dubbi che parlasse di droga. Non credo che ci sia una spiegazione particolare del motivo della mia convinzione: probabilmente i suoni più "duri" e Marshall dell'album rispetto a quelli precedenti già mi avevano dato l'idea che i Toto si stessero in qualche modo trasformando, i testi inoltre non sono più quelli di prima, in Kingdom of desire. Ad eccezione forse di Only you e 2 hearts, nessuno di loro è particolarmente sentimentale, piuttosto esprimono... rabbia. Anche Kingdom of desire stessa dà l'idea di qualche droga, dato che dice continuamente di andare via dal regno del Desiderio... Contribuisce a darmi quest'idea anche il fatto che lo stesso anno, appena sette giorni prima dell'uscita del suddetto disco il meraviglioso batterista Jeffrey Porcaro è morto da overdose, cosa che mi deprime un sacco dato che sono una batterista anche io e lui era la mia ispirazione maggiore. Comunque era un indizio, credo: doveva tornare indietro dal regno tanto paradisiaco della droga e invece lui c'è rimasto e la sua fine è stata ciò che è stata... uhm, opinioni personali, penso.
Fatto sta che comunque da allora Don't chain my heart è particolarmente interessante per me come canzone. La canto con la consapevolezza che Steve Lukather potesse pensare a tutte le droghe da cui fosse succube, eppure continuo personalmente ad associarla a ciò che mi fa male e che tuttavia non posso abbandonare in nessun modo.
Potrei quasi dire che alcune persone di ogni giorno sono anche peggiori delle droghe che tanto condannano. Forse bisognerebbe fare una pubblicità, una campagna pubblicitaria anche contro l'assunzione di presenze infelici nella vita delle persone. (Ecco come sensibilizzare i giovani d'oggi: "Non stare vicino al ragazzo della porta accanto, puzza. Abbi cura del tuo stesso naso.")
Comunque, quando sono arrabbiata allora basta andare in macchina, sparare a tutto volume Don't chain my heart e urlare con Steve Lukather che sono una vittima di dolore e gelosia. Quando il fading away del ritornello chiude la canzone mi sento pervasa da una grinta e un'energia del tutto nuove, e la possibilità di combattere contro chi detiene le chiavi del mio essere prigioniero si fa più limpida ai miei occhi.




▪ Don't chain my heart, Toto.

Dall'album Kingdom of desire, 1992.
Consiglio ovviamente la gasatissima Gypsy Train (non sembra anche a voi di stare veramente sopra ad un treno quando la sentite?), la stupenda How many times (al concerto a Udine questo luglio stavo quasi per piangere ascoltandola), Kingdom of desire giusto per continuare con le droghe, Jake to the bone che, anche se solo strumentale, ha un'aura potentissima (scommetto che lo direbbe anche Junior) e e e... io direi di ascoltarvi tutto l'album, a questo punto, fate prima. E fate anche un minuto di silenzio per Jeffrey Porcaro: un artista come pochi a questo mondo, credetemi sulla parola.

Ho citato anche:
- Hold the line, Toto, da Toto, 1977.
- Africa, Toto, da Toto IV, 1982.
- Fight for you, Jason DeRulo (o come si scrive), non lo so, non lo so e non lo voglio sapere.
- Only you, Toto, da Kingdom of desire, 1992
- 2 Hearts, Toto, da Kingdom of desire, 1992.
- Kingdom of desire, Toto, da Kingdom of desire, 1992.

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