23 settembre 2012

Coming back to life - Pink Floyd

Quando la mia migliore amica mi presentò quello che sarebbe di lì a poco diventato il suo ragazzo, ero particolarmente curiosa. Non avevo la più pallida idea di chi fosse e, considerata la mia indole prettamente invadente, non vedevo l'ora di poter vedere com'era fatto questo fantomatico uomo. Già sapevo che era un amante della lettura, quindi sicuramente qualche punto ce l'aveva, ma chi mi garantiva che non fosse un pazzo psicopatico psicolabile e psicoqualcos'altro? Dovevo accertarmi di che gente frequentasse Anna Maria, no?
L'incontro avvenne in una libreria poco distante da casa nostra. Per quasi tutto il tempo io mi persi a leggere titoli di copertine varie, trame, a desiderare quei volumi che ancora non ero riuscita a fare miei - ma era solo questione di tempo, eh. Insomma, quel povero ragazzo lo ignorai quasi completamente: per quel che avevo visto era gentile, un po' riservato, carino, bassetto. Ma aver intorno quintali di libri non mi aiutava di certo a volerlo conoscere meglio.
Quando arrivammo alla piccola sezione dedicata alla musica, mi fermai a contemplare un vinile dei Led Zeppelin. Ho una passione sconsiderata per i vinili, sebbene io non ne abbia mai comprato né sentito uno, mi affascinano da morire (appena potrò permettermi ingenti spese senza genitori sulle spalle provvederò all'acquisto di tutto ciò che vorrei ma non posso avere). Comunque, guardavo la copertina e canticchiavo Stairway to heaven, con gli occhi che brillavano e l'amore per loro che usciva da ogni poro, com'era giusto che fosse. Non mi ero accorta che accanto a me anche lui si era fermato. Appena me ne resi conto, spalancai gli occhi e d'improvviso seppi che Anna Maria aveva trovato qualcuno di giusto. Almeno in fatto di musica, s'intende.
Ci fermammo a mangiare in un piccolo bar della libreria, chiacchierando un po' di ogni cosa. Mi mostrai finalmente interessata e riuscii a portare il discorso per gran parte del tempo sui gusti musicali che il ragazzo aveva. (Ah, per l'inciso, il tale ragazzo ha un nome: Stefano. Non è che non me lo ricordi, eh.)
Lì mi disse per la prima volta che era un appassionato-ossessionato-maniaco dei Pink Floyd. Non avrei mai immaginato che quello sarebbe stato l'inizio di un grande e lungo ascolto di quel gruppo: ogni volta che andavamo (e, beh, che andiamo!) nella sua macchina, partiva The Wall a ripetizione. All'inizio volevo quasi ucciderlo, perché Comfortably numb in ventitré versioni diverse non la volevo più ascoltare.
Sia chiaro: a me i Pink Floyd piacciono. Mi sono sempre piaciuti. Prima dell'incontro con Stefano non li conoscevo benissimo, dico sul serio; avevo "solo" un amore inesprimibile per l'assolo di chitarra di Another brick in the wall e un'affezione particolare per Wish you were here, Shine on you crazy diamond e Learning to fly. Ne conoscevo altre, sia chiaro, ma non è che mi facesse molta differenza. Li avevo sempre ritenuti un po' troppo lenti, un po' troppo calmi e pacati per le mie orecchie da rockettara fuck-yeah. (Da allora sono cambiate molte cose. Diciamo che non sogno più di andare in giro borchiata e con la faccia enorme di Sid Vicious nella maglietta.)
Comunque.
Quando due mesi dopo Anna Maria compì gli anni, io e Stefano andammo in giro spesso per organizzarle la festa di compleanno. Durante uno dei nostri sopralluoghi nel centro, ricevetti una telefonata che mi fece scoppiare a piangere davanti a lui, qualcosa di cui vado ben poco fiera, lo ammetto. Fu comprensivo e mi diede la possibilità di sfogarmi: gli rivelai quanto tenessi ad una persona che invece si stava comportando malissimo nei miei confronti e di quanto, in quel momento, mi sentissi sola, perché ci avevo passato insieme tre anni della mia vita e non riuscivo a contemplare l'idea di poter "andare avanti" da sola.
Quando tornai a casa mi mandò un messaggio, per chiedermi come stessi. Allegò alla fine un consiglio: ascoltare Coming back to life dei Pink Floyd e apprezzarne il testo.
« I knew the moment had arrived / for killing the past / and coming back to life » * cantavano orgogliosamente. Inutile dire che cominciai ad ascoltarla all'infinito, quasi come se ne andasse del mio stesso respiro, della mia stessa vita.
Non posso dire che sia la loro migliore canzone - né voglio: continuo ad amare troppo Another brick in the wall - ma sicuramente è quella a cui mi sono più legata, personalmente. Io, da sola: ho cominciato persino ad esserne gelosa. Credo che sia mia, che me l'abbiano regalata per spronarmi ad andare avanti. (Anche se alla fine non l'ho fatto, ehm ehm.) Sono affezionata anche a Wish you were here, che è la canzone che ho con una delle tre persone più importanti della mia vita (baka, se leggi, per te ), per dire, ma non è solo mia, ecco.
Ci sono tantissime altre canzoni che mi hanno spronato ad andare avanti nella mia vita, ma questa è singolare. Forse perché sembra proprio azzeccata, perché quelle prime tre domande mi hanno fatto aprire gli occhi e perché, ogni volta che la sento, mi salgono le lacrime al pensiero che per tornare alla vita devo uccidere il passato.
Mi ha fatto sinceramente riflettere. Un testo del genere poche canzoni possono vantarlo - gli stessi Pink Floyd hanno replicato la poesia solo con Marooned (che testo, eh?). Ha la capacità di svegliarti, ecco. Ma non svegliarti nel senso di spaccarti la testa con la batteria e un assolo velocissimo, no: ti sveglia con le parole, con le note lente della chitarra che ti arrivano e ti scuotono, ti fanno vibrare intensamente, ti fanno ricordare e anche piangere molte volte.
Perciò ringrazio di cuore Stefano per avermi fatto capire che tornare alla vita è necessario, anche quando fa sempre male. Ma non mettermi più Comfortably numb perché potrei veramente fare a pezzi te e il tuo stereo, per quanto bella sia la canzone.

* Sapevo che il momento era arrivato / per uccidere il passato / e ritornare alla vita.


Coming back to life, Pink Floyd.
Dall'album The division bell, 1994. Consiglio l'ascolto di Marooned, come ho già citato, Lost for words, High hopes e, perché no?, Keep talking. Stefano direbbe di ascoltarlo tutto, ma le altre canzoni ammetto di non conoscerle, quindi vi consiglio piuttosto di dedicare la vostra attenzione a tutto l'album The wall. Quello sì che è IL Capolavoro.

Ho citato anche:
- Stairway to heaven, Led Zeppelin, da Led Zeppelin IV, 1971.
- Comfortably numb, Pink Floyd, da The wall, 1979.
- Another brick in the wall, Pink Floyd, da The wall, 1979.
- Wish you were here, Pink Floyd, da Wish you were here, 1975.
- Shine on you crazy diamond, Pink Floyd, da Wish you were here, 1975.
- Learning to fly, Pink Floyd, da A momentary lapse of reason, 1987.
- Marooned, Pink Floyd, da The division bell, 1994.

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